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CAVIALE E LENTICCHIE

 

(di Scarnicci e Tarabusi)

 

Adattamento e Regia di Fulvio Romeo

Stagione Teatrale: 2009/2010
Data Debutto: 14 maggio 2010

PERSONAGGI e INTERPRETI

(in ordine di apparizione)

Valeria Cesarotti
Donatella Fabiani
Matilde Cesarotti
Elisabetta Di Vincenzo
Antonio Proietti
Massimo Parrotta
Agnese La Manna
Maria Sofia Romeo
Leonida La Manna
Fulvio Romeo
Riccarda Panzironi
Rita Cotugno
Simeone Ragazzi
Carlo Palozzi
Petunia Aldobrandoni
Giovanna Olivieri
Sinibalda Aldobrandoni
Felicia Saitta
Ildebranda Hidelsteiner
Roberta Sorano
Nicola Aldobrandoni
Andrea Morucci
Roberto La Manna
Matteo Sposato
Battista Ebbasta
Matteo Sposato
 
LUCI
Andrea Nassi
SCENE E COSTUMI
Anna Dei
LOCANDINA
Carlo Mercuri

NOTE DI REGIA

Se “Caviale e Lenticchie” è una delle commedie italiane più rappresentate una ragione ci sarà; scritta da Giulio Scarnicci e Guido Tarabusi, autori dei testi di grandi comici, da Ugo Tognazzi a Raimondo Vianello fino a Nino Taranto, è la storia della famiglia di Leonida Lamanna che, nell’Italia di fine anni cinquanta, per sbarcare il lunario, si è inventato, un mestiere del tutto particolare: “l’invitato”

Leonida si intrufola, quale finto “commendatore”, nelle feste dell’alta società cittadina, razziando cibarie e leccornie che nasconde nell’ampio tight e con cui sfama poi i suoi cari, direttamente o, quando possibile, grazie alle vendita del “bottino”.
La sua idea di costituire un comitato benefico per “portare un sorriso di serenità alle famiglie che giacciono nell’indigenza e nel dolore”, ovviamente, per prima, la propria, darà vita a un’esilarante girandola di equivoci, complicati ulteriormente dall’improvviso arrivo in casa Lamanna del contino Nicola, il figlio di una delle componenti il comitato, in fuga per aver appena ucciso per errore il suo cameriere che, guarda caso, è il sosia perfetto di Roberto, il primogenito di Leonida.

Non è dunque difficile immaginare i motivi del successo della pièce, raro esempio di farsa non napoletana ma che della farsa napoletana ha tutte le caratteristiche, salvo il dialetto: fa ridere, ridere di gusto e con buon gusto.

Ma non solo: i personaggi si muovono sullo sfondo dell’eterna contrapposizione tra povertà e ricchezza (che ha la sua celebrazione massima in “Miseria e Nobilità” di Scarpetta – da noi rappresentata nel 2004), per l’appunto le lenticchie e il caviale del titolo: povertà e ricchezza  lontane da quei luoghi (teatrali) comuni nei quali sono rappresentazioni, rispettivamente della “bontà” e della “cattiveria”, povertà e ricchezza vasi spesso, ma non sempre, difficilmente comunicanti, povertà e ricchezza, punto di partenza e di agognato, ma quasi mai raggiunto, arrivo.

FULVIO ROMEO

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