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CAVIALE E LENTICCHIE
(di Scarnicci e Tarabusi)
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Adattamento e Regia di Fulvio Romeo |
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Stagione Teatrale: 2009/2010 |
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Data Debutto: 14 maggio 2010 |
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NOTE DI REGIA Se “Caviale e Lenticchie” è una delle commedie italiane più rappresentate una ragione ci sarà; scritta da Giulio Scarnicci e Guido Tarabusi, autori dei testi di grandi comici, da Ugo Tognazzi a Raimondo Vianello fino a Nino Taranto, è la storia della famiglia di Leonida Lamanna che, nell’Italia di fine anni cinquanta, per sbarcare il lunario, si è inventato, un mestiere del tutto particolare: “l’invitato” Leonida si intrufola, quale finto “commendatore”, nelle feste dell’alta società cittadina, razziando cibarie e leccornie che nasconde nell’ampio tight e con cui sfama poi i suoi cari, direttamente o, quando possibile, grazie alle vendita del “bottino”. Non è dunque difficile immaginare i motivi del successo della pièce, raro esempio di farsa non napoletana ma che della farsa napoletana ha tutte le caratteristiche, salvo il dialetto: fa ridere, ridere di gusto e con buon gusto. Ma non solo: i personaggi si muovono sullo sfondo dell’eterna contrapposizione tra povertà e ricchezza (che ha la sua celebrazione massima in “Miseria e Nobilità” di Scarpetta – da noi rappresentata nel 2004), per l’appunto le lenticchie e il caviale del titolo: povertà e ricchezza lontane da quei luoghi (teatrali) comuni nei quali sono rappresentazioni, rispettivamente della “bontà” e della “cattiveria”, povertà e ricchezza vasi spesso, ma non sempre, difficilmente comunicanti, povertà e ricchezza, punto di partenza e di agognato, ma quasi mai raggiunto, arrivo. FULVIO ROMEO |
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